Sant’Angelo dei Lombardi
LA TREDICINA
DI SANT'ANTONIO
Tra nostalgia, ricordi e
tradizioni popolari Si tiene tutte le mattine, dal 31 maggio
al 12 giugno, la tredicina in onore e devozione di Sant'Antonio da Padova, alle
6,30 c'è il S.Rosario, poi le Litanie ed alle 7 punto, la S. Messa, tutto
termina con una sola strofa del canto"..O dei miracoli..."
A Sant’Angelo dei
Lombardi è molto forte e sentito il culto e la devozione per Sant’Antonio da
Padova, anche la chiesa, con l’antico
convento, pur essendo esso dedicata a San Marco, comunemente viene chiamata di
Sant’Antonio. Da sempre, pur trasformata nella definizione c’è stata
l’Associazione, chiamata, Società di Sant’Antonio di Padova. Ogni anno, ormai
da secoli, nell’avvicinarsi del 13 giugno, la ricorrenza di Sant’Antonio, come una sorta
di preparazione, la comunità parrocchiale, nel tempo, con a capo i suoi
parroci e sacerdoti, i fedeli e devoti, celebrano la “tredicina”. 13 giorni
precedenti la festa del Santo di Padova, con preghiere e S.Messa. Anche
quest’anno, come da sempre, si tiene la tredicina di Sant’Antonio. C'è sempre
gente che va a piedi, alcuni salgono da "li Morrongielli", alcuni
fanno la strada della Fontana Piccola, passano sotto “il muro delle monache”,
diversi vanno per via Criscuoli, tanti vengono con la macchina, diversi
fedeli giungono anche da Rocca San Felice. E' bella l'aria assonnata dei
partecipanti, i ragazzi che sostano all'ingresso della chiesa. .,Alcuni
santangiolesi ritornano al paese, da lontano, proprio per l'occasione, in
passato Peppino De Vitto, purtroppo scomparso, veniva apposta
da Candela ogni mattino, altri ritornano a Sant’Angelo da Trieste,
da Milano, Roma, Svizzera, Aprilia. Addirittura quest'anno è venuta in
anticipo dagli Stati Uniti, una bella signora Gaetanina Morrongiello, che,
tutte le mattine, con cuore pieno di emozioni corre alla chiesetta della
sua infanzia e gioventù, per riannodare, con gli occhi lucidi bagnati dall'
emozione dei ricordi, la sua storia. Altri ancora, vengono da paesi
vicini dove nel tempo si sono trasferiti. Poi, passano per la mente i volti di
quanti non ci sono più. Quest'anno tra i tanti che non ci sono più,
mancherà la simpatia e l'umanità di Nicola Fasano. Poi, ci sono i profumi
dei fiori, le ginestre colorate e profumate, i raggi di sole che
penetrano nella chiesa di San Marco (questa è la 2a chiesa più grande di Sant'Angelo),
attraverso il finestrone ed illuminano l’altare ed il tabernacolo. Quest'anno
noto un leggero ma costante, calo di persone e di giovani; forse perché
alcuni uffici sono stati chiusi o trasferiti, così, molta gente viaggia,
o non c'è più, oppure si è trasferita altrove. E' molto bello leggere,
ascoltare i ricordi, di diverse persone, sulla loro partecipazione e
sulle emozioni provate in passato, che fanno da colonna sonora, quasi da film,
ed accompagnano, con la mente, e con nostalgia, in queste prime giornate di
giugno, quanti vivono lontano dal paese; significa che in tanti ancora,
è radicato un forte senso di appartenenza. Pur vivendo lontano ci si
sente parte di una storia, di un modo di fare o di essere, che, in tanti,
singolarmente o collettivamente, abbiamo condiviso. Infatti, partecipando, di
persona o rivivendo con la memoria, si rafforza anche in loro la propria identità,
l'appartenenza, cosi difficilmente ci si
smarrisce!
Da
tanti anni, troppi, l'appuntamento pomeridiano della tredicina non c'è più,
anche se spesso alcune persone erano le stesse che partecipavano il mattino,
comunque era molto bello parteciparvi, c'era un mix generazionale, con
interessi diversi, tutti però accumunati da un devozionismo, religiosità
popolare, tra storia e tradizioni del passato comuni e dalla gioia di stare
insieme! Riaffiorano i ricordi di belle passeggiate, di un prete amato da tutti,
don Bruno Mariani, che accompagnava, a piedi, tanti giovani, ragazzini ed
adulti. La camminata era l'occasione per far parlare, per capire, per sostenere,
nella crescita e nella speranza, di un domani migliore.
Al mattino andavano alla tredicina, le
mamme, che al ritorno avevano un passo veloce, le nonne che più lentamente,
accompagnavano l'incedere dei passi, con la recita del Rosario e con qualche
pettegolezzo, oggi gossip, gli studenti prossimi agli esami ripetevano qualche
lettura e…affidavano il loro futuro scolastico al Santo dei Miracoli, per esami
e scrutini finali. Mentre, il pomeriggio, essendoci più tempo a
disposizione, c'era tanta gente, giovani in modo particolare, tanti i giuochi
che si improvvisavano lungo la strada o sul piazzale antistante la chiesa: la
cavallina, spezzacatene, quanti passi mi dai Madama Dorè, oppure la settimana,
è arrivato l'ambasciatore, ecc.ecc. questi pomeriggi, alla tredicina, spesso
accompagnavano la crescita di bimbi, che diventavano ragazzi e di ragazzi, che
si avviavano ad essere adulti, nascevano le prime simpatie, le prime emozioni,
i primi innamoramenti, si rafforzavano le amicizie.
Alcuni ragazzi andavano a dissetarsi alla
fontana de “Ischi”, altri alla fontana della “La Sala”, alcuni coglievano
qualche fiore lungo la strada, altri qualche frutto, ciliege, gelsi bianchi,
“faucci” piccole fave, se la stagione anticipava, verso la fine c’erano anche
“i ceci”.
In
tanti, con gioia e semplicità, anche con la partecipazione alla
"Benedizione Eucaristica", al Tantum Ergo...si avvicinavano alla
fede!
Il ritorno "in paese", al
centro, era spettacolare, una sorta di corteo variopinto, con gente di ogni
età, giovani, nonne e ragazzi, si cantavano le canzoni dello Zecchino
d'oro, di San Remo, Cantagiro e disco per l’estate, oppure canzoni da scout: come …Jon Braun, la macchina del capo,…si provava
qualche passo di marcia, cantando e camminando, con interessi diversi e
suggestioni individuali e collettive, si lanciavano appelli ed
inviti alle tante ragazze ospiti dall’Istituto per orfanelle delle Suore Vincenziane.
Questo, tra nostalgia, ricordi e tradizioni popolari,
era un modo di essere negli anni 60/70, fatto di semplicità, di essenzialità e
di speranza, tra religiosità popolare ed impegno per un mondo migliore! Tony Lucido
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