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Quasi duemila uomini in gabbia, benvenuti nel girone infernale di Trik al-Sikka, uno dei centri di detenzione co-gestiti dal governo di al-Sarraj e dalle organizzazioni umanitarie. Siamo nell’anticamera della morte, all’ultimo stadio, tra promiscuità, infezioni, risse sanguinose, cibo da vomitare e i volti increduli di uomini e ragazzi traditi pure dall’ultima speranza: “Non possiamo più accogliere migranti qui dentro, abbiamo superato la soglia base del doppio. La gente muore. Altri centri vengono chiusi per vari motivi e non sappiamo più dove mettere queste persone. Presto saremo costretti a non accoglierli più”
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